22 agosto 2017

Così fan tutte (30) - "Tutti accusan le donne"

Scritto da Christian

Nascosto dietro le quinte insieme a Don Alfonso, Guglielmo ha assistito alla "capitolazione" della sua Fiordiligi fra le braccia dell'amico Ferrando. In preda alla rabbia, inveisce contro la ragazza (storpiandone anche il nome in "Fior di diavolo"), e deve anche rimangiarsi le parole che in precedenza aveva rivolto all'amico, e che questi gli ritorce ironicamente contro ("V'han delle differenze in ogni cosa. / Un poco di più merto..."). Entrambi hanno dunque perso la scommessa: loro malgrado, sono riusciti a sedurre l'uno la fidanzata dell'altro, confermando così la teoria di Don Alfonso sull'illusione della fedeltà femminile.

Eppure, è soltanto ora che il filosofo completa il suo insegnamento, un vero e proprio percorso di maturazione e di educazione al sentimento: ai due giovani furibondi, che vorrebbero studiare un modo "di castigarle sonoramente", ne suggerisce uno davvero inaspettato: sposarle. E il motivo è presto detto, in perfetta coerenza con tutto quello che ha predicato finora: se l'errore precedente era stato quello di idealizzare le loro dame, considerandole divinità senza macchia e senza peccato, ora dovranno imparare ad accettarle in quanto esseri umani con pregi e difetti. "Pigliatele com'elle son", dice Alfonso. Non delle icone (o dei ritratti da ammirare a distanza), ma persone in carne e ossa, soggette a sbalzi d'umore e a sentimenti che dipendono dalla relazione e dal rapporto con l'amato. Un amore vero e non idealizzato, insomma, anche perché "In ogni cosa ci vuol filosofia". E visto che l'amore di Ferrando e Guglielmo per Dorabella e Fiordiligi è innegabile, come ammettono loro stessi, il consiglio del vecchio filosofo è quello di goderselo senza elevarlo su un piedistallo, perché più si va in cielo più ci si fa male quando si cade.

Che Don Alfonso non sia veramente un misogino lo conferma la breve arietta "Tutti accusan le donne", dove pare giustificare il comportamento leggero delle ragazze (un comportamento, sia chiaro, che mai aveva giudicato in termini negativi, a differenza dei due soldati) e fa ricadere tutta la colpa delle incomprensioni e dell'infelicità sugli uomini, incapaci – per orgoglio o per illusione – di rendersi conto della natura femminile. In quello che è una sorta di pre-finale, Ferrando e Guglielmo sono persino invitati a intonare insieme a lui la morale (e il titolo) dell'opera, "Così fan tutte", riprendendo le note dell'ouverture. E forse, quel "ripetete con me" è rivolto un po' anche agli spettatori.

Ancora una volta, come sottolinea Daniel Heartz, il debito di Da Ponte verso Carlo Goldoni è notevole:

Nella scena finale de "Le pescatrici", Goldoni chiude bruscamente la mascherata messa in atto dai due giovani pescatori, Burloto e Frisellino, travestiti da gentiluomini per mettere alla prova la fedeltà delle loro fidanzate, Nerina e Lesbina (tutte parti buffe). Dopo che i due si fanno riconoscere – provocando la sorpresa, ma anche la rabbia delle due fanciulle – Mastriccio li sgrida severamente per aver pur solo osato pensare a una simile messinscena. Anch'egli, come il Don Alfonso dapontiano, è convinto che la colpa sia tutta degli uomini. Identica è anche la soluzione proposta da entrambi i vecchi per rimediare al danno. "Sposarle", risponde Don Alfonso dopo che Guglielmo, indignato per il cedimento di Fiordiligi, gli chiede quale possa essere la punizione più adeguata. Mastriccio avrebbe potuto essere altrettanto conciso se Goldoni non si fosse divertito a mettergli in bocca un proverbio popolare dietro l'altro:
MASTRICCIO
E chi, pazzi, v'insegna
le femmine tentare? In caso tale
che avreste fatto voi,
sciocchi che siete?
Se bene a lor volete,
sposatele, tacete, e non parlate:
si strapperà se troppo la tirate.

BURLOTO
Amico, il giuramento.

FRISELLINO
Sì, sì, me lo rammento.
E voi?

BURLOTO
Ed io pentito
son della trista prova.

MASTRICCIO
Chi va il mal cercando, il mal ritrova.
Prima del gran finale, anche Despina fa la sua ricomparsa per rallegrarsi con i due nobili albanesi (ricordiamo che la cameriera ignora che si tratta di travestimenti), annunciando loro che le sue padrone sono disposte a unirsi immediatamente con loro in matrimonio. Non avvedendosi della reazione sarcastica dei due uomini, si vanta delle proprie capacità: "Non è mai senz'effetto / quand'entra la Despina in un progetto".


Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

GUGLIELMO
Oh poveretto me, cosa ho veduto!
Cosa ho sentito mai!

DON ALFONSO
Per carità, silenzio!

GUGLIELMO
Mi pelerei la barba,
Mi grafferei la pelle
E darei colle corna entro le stelle.
Fu quella Fiordiligi, la Penelope,
L'Artemisia del secolo! Briccona,
Assassina, furfante, ladra, cagna!

DON ALFONSO
Lasciamolo sfogar.

FERRANDO
(entrando)
Ebben!

GUGLIELMO
Dov'è?

FERRANDO
Chi? La tua Fiordiligi?

GUGLIELMO
La mia Fior, fior di diavolo,
Che strozzi lei prima e dopo me!

FERRANDO
Tu vedi bene:
V'han delle differenze in ogni cosa;
(ironicamente)
Un poco di più merto...

GUGLIELMO
Ah, cessa, cessa di tormentarmi
Ed una via piuttosto studiam
Di castigarle sonoramente.

DON ALFONSO
Io so qual'è: sposarle.

GUGLIELMO
Vorrei sposar piuttosto
La barca di Caronte!

FERRANDO
La grotta di Vulcano.

GUGLIELMO
La porta dell'inferno.

DON ALFONSO
Dunque restate celibi in eterno.

FERRANDO
Mancheran forse donne
Ad uomin come noi?

DON ALFONSO
Non c'è abbondanza d'altro.
Ma l'altre che faran,
Se ciò fer queste?
In fondo, voi le amate
Queste vostre cornacchie spennacchiate.

GUGLIELMO
Ah, purtroppo!

FERRANDO
Purtroppo!

DON ALFONSO
Ebben, pigliatele
Com'elle son; natura non potea
Fare l'eccezione, il privilegio
Di creare due donne d'altra pasta
Per i vostri bei musi; in ogni cosa
Ci vuol filosofia. Venite meco;
Di combinar le cose
Studierem la maniera.
Vo' che ancor questa sera
Doppie nozze si facciano;
Frattanto un'ottava ascoltate:
Felicissimi voi, se la imparate.

Clicca qui per il testo di "Tutti accusan le donne".

DON ALFONSO
Tutti accusan le donne, ed io le scuso
Se mille volte al dì cangiano amore;
Altri un vizio lo chiama, ed altri un uso,
Ed a me par necessità del core.
L'amante che si trova alfin deluso,
Non condanni l'altrui, ma il proprio errore.
Giacchè giovani, vecchie e belle e brutte,
Ripetete con me: "Così fan tutte"!

FERRANDO, GUGLIELMO E DON ALFONSO
Così fan tutte!

Clicca qui per il testo del recitativo che segue.

DESPINA
Vittoria, padroncini!
A sposarvi disposte
Son le care madame; a nome vostro
Loro io promisi che in tre giorni circa
Partiranno con voi; l'ordin mi diero
Di trovar un notaio
Che stipuli il contratto; alla lor camera
Attendendo vi stanno.
Siete così contenti?

FERRANDO, GUGLIELMO E DON ALFONSO
Contentissimi.

DESPINA
Non è mai senz'effetto
Quand'entra la Despina in un progetto.




Claudio Desderi (Don Alfonso), Josef Kundlak (Ferrando), Alessandro Corbelli (Guglielmo)
dir: Riccardo Muti (1989)


Paolo Montarsolo (Don Alfonso), Luis Lima (Ferrando), Ferruccio Furlanetto (Guglielmo)
dir: Nikolaus Harnoncourt (1988)


Dietrich Fischer Dieskau

Bruno Praticò