27 giugno 2017

Così fan tutte (13) - "Come scoglio"

Scritto da Christian

"Temerari! Sortite fuori di questo loco!", prorompe Fiordiligi in reazione alle profferte amorose dei due arditi forestieri. Il recitativo accompagnato è seguito da una grande "aria di bravura" (uno dei pezzi forti di ogni soprano mozartiano), in cui la dama ferrarese paragona la propria fermezza a quella di uno scoglio sferzato dalle onde del mare in tempesta. Una similitudine che, insieme ai toni seri e tragici del brano, lo apparentano in tutto e per tutto a un classico numero da opera seria: come e ancor più che nel caso della precedente aria di Fiordiligi, la musica di Mozart traveste quello che dovrebbe essere un momento buffo (e la buffoneria tornerà subito dopo, a conclusione del brano) in un istante ammantato di toni tragici ed eroici. Chi ascoltasse quest'aria avulsa dal resto dell'opera, non avrebbe dubbio di trovarsi di fronte a un dramma (il passaggio "Così ognor", addirittura, è una ripresa fedele del Kyrie della Messa dell'incoronazione K. 317). Se il testo di Da Ponte sfiora la parodia, insomma, la musica sembra ancora prendere le emozioni sul serio.

Nel testo, Da Ponte mima fino alla parodia un tòpos tra i più convenzionali dell'opera sei-settecentesca, divenuto addirittura stereotipo nell'opera metastasiana, l'aria di paragone. Il genere esige un paragone, appunto, tra un sentimento umano, di solito una virtù, e un elemento o fenomeno naturale, che nella musica sarà evocato o imitato. [...] Come l'aria di Dorabella, anche questa è straniata dal contesto comico, ma qui in modo ancor più stridente, poiché preceduta dal comicissimo primo corteggiamento dei due uomini in cui, stimolato dal buffonesco arcaismo del testo di Da Ponte, parodia quasi di un libretto di cent'anni prima con concettosità barocche come l'assimilazione delle "fulgide pupille" a "farfallette amorose e agonizzanti", Mozart compone un arioso arcaizzante in stile secentesco, accettando quindi la parodia che il librettista gli propone. Ma con l'imperioso, "Temerari!" di Fiordiligi l'atmosfera cambia di colpo. Siamo in pieno clima tragico. Delle convenzioni dell'aria di paragone, Mozart ne accetta una fondamentale, l'onomatopoiesi orchestrale della tempesta – quel pedale di tromba, a esempio, che traccia come un cielo lontano minaccioso – ed estende altri tratti fin quasi all'eccesso: il grandioso canto di sbalzo, con salti di decima, dodicesima e ottava abnormi. La drammaturgia di Da Ponte implica come necessaria la presenza del terzo occhio ironico dello spettatore. Abbiamo appena assistito al prodursi di una prima piccola crepa in quella rocciosa virtù, e sappiamo che presto lo scoglio si sgretolerà sotto la pressione dei marosi. La reazione più immediata sarebbe un cinico, "Ma figurati!", e un ghigno d'intesa. Ma la grandiosa aria mozartiana ci proietta invece addosso la sofferenza vera e bruciante di una Fidalma già scossa dalla colpa. Possiamo solo restare a bocca aperta, paventando con lei una tragica caduta.
(Luca Fontana)
Ancora una volta Mozart ritorna all'Idomeneo per poter meglio immedesimarsi nelle emozioni che i suoi personaggi – in questo caso Fiordiligi – sono convinte di provare. Si tratta di emozioni eroiche al sommo grado: come la fedeltà sino alla morte, senza badare al mondo circostante e a dispetto del destino. La tipologia è quella dell'aria di paragone, com'è evidente sin dai due versi iniziali: "Come scoglio immoto resta / contro i venti e la tempesta" (da Virgilio dell'Eneide, "Velut [...] rupes immoto restat"). Similitudini del genere, di cui Metastasio era impareggiabile maestro, erano assolutamente consuete nell'opera seria. Sul piano musicale "Come scoglio" assomiglia alla prima aria d'Idamante, "Non ho colpa e mi condanni", anch'essa in Si bemolle maggiore e dall'incipit pressoché identico. A partire dalla sezione in tempo Più allegro, le esplosioni orchestrali e le altrettanto pirotecniche risposte vocali (bb. 79-89) cominciano a risuonare come l'ennesima dimostrazione di costanza e forza d'animo, un po' come nel caso di Konstanze all'apice dell'ardore in "Martern aller Arten" (in particolare l'Allegro assai, b. 160 e segg.). Si sono appena illustrate somiglianze fra arie diverse più che vere e proprie allusioni. Eppure il materiale dell'Idomeneo che possiamo considerare preparatorio alle arie di Dorabella e Fiordiligi nel primo atto è così specifico che può essere percepito come un preciso riferimento a quell'opera tragica. Tanto più che in questo modo – considerando cioè questi punti come precise allusioni tragiche – la sensazione che i personaggi si stiano prendendo troppo sul serio diviene ancor più netta. Quando Fiordiligi, nella sesta scena del secondo atto, si accinge all'ennesima effusione eroica, Mozart ripete quasi alla lettera alcune delle frasi musicali già cantate da lei in preparazione a "Come scoglio"; in particolare nell'accompagnamento a "l'intatta fede" (nei confronti di Guglielmo), ella canta a Ferrando "Tu vuoi tormi la pace", accurata premonizione evidentemente non priva d'ironia.
(Daniel Heartz)
L'aria è oggettivamente impervia e molto difficile da eseguire, e richiede una notevole estensione vocale (si pensi agli intervalli di note nella frase "far che cangi affetto il cor", per non parlare delle coloriture nella sezione finale, "Rispettate, anime ingrate..."). Pare che Mozart non avesse troppo in simpatia la cantante Adriana Ferraresi del Bene, prima interprete di Fiordiligi nonché amante di Lorenzo Da Ponte, anche se ne riconosceva lo straordinario talento vocale: e ben sapendo la sua tendenza a chinare la testa quando intonava delle note basse, riempì apposta questo brano di costanti sbalzi da note alte a note basse per costringerla a muoversi su e giù "come una gallina". L'aria, comunque, ci aiuta anche a distinguere sempre meglio il carattere delle due sorelle. Rispetto all'esaltata e teatrale Dorabella, Fiordiligi mostra una personalità più severa e spigolosa, nonché una virtù decisamente superiore: non a caso la prima si rivelerà più facile a cadere (e abbraccerà il nuovo amante con gioia e spensieratezza), mentre la seconda farà molte più difficoltà e resistenze (e anche quando cederà alla corte di Ferrando, ammanterà questo cedimento di ulteriori toni tragici).

Clicca qui per il testo di "Temerari!... Come scoglio".

FIORDILIGI
Temerari! Sortite! Fuori di questo loco!
E non profani l'alito infausto degli infami detti
Nostro cor, nostro orecchio e nostri affetti!
Invan per voi, per gli altri, invan si cerca
Le nostr'alme sedur; l'intatta fede
Che per noi già si diede ai cari amanti,
Saprem loro serbar infino a morte
A dispetto del mondo e della sorte.

Come scoglio immoto resta
Contra i venti e la tempesta,
Così ognor quest'alma è forte
Nella fede e nell'amor.
Con noi nacque quella face
Che ci piace, e ci consola,
E potrà la morte sola
Far che cangi affetto il cor.
Rispettate, anime ingrate,
Quest'esempio di costanza
E una barbara speranza
Non vi renda audaci ancor!


Su Youtube si trovano così tante magnifiche versioni di quest'aria, che stavolta abbiamo solo l'imbarazzo della scelta...



Daniela Dessì (Fiordiligi)
dir: Riccardo Muti (1989)


Miah Persson (Fiordiligi)
dir: Iván Fischer (2006)


Gundula Janowitz (Fiordiligi)
dir: Karl Böhm (1970)


Teresa Berganza


Montserrat Caballé


Agnes Baltsa


Barbara Frittoli


Elīna Garanča


Cecilia Bartoli


Lucia Popp


Edita Gruberova


Dorothea Röschmann

Susan Chilcott