20 marzo 2017

Norma (7) - "Ah! Bello a me ritorna"

Scritto da Marisa

Finito il rito, Norma ritorna ad essere la donna ambigua e conflittuale che ormai è diventata dopo la relazione con il nemico del suo popolo. E pur promettendo di essere pronta a dare il segnale della riscossa contro i romani (“Quando il Nume irato e fosco / chiegga il sangue dei Romani, / dal druidico delubro / la mia voce tuonerà”), sa bene di non avere il coraggio di farlo per non danneggiare l'amante (“Ma punirlo il cor non sa”), anche se si è accorta benissimo della sua freddezza e del suo allontanamento. Questo perché lei è invece ancora molto innamorata, e prorompe in un accorato richiamo-lamento che ci mostra tutto il dolore che si sta accumulando, ma anche l'illusione che vuol mantenere viva... Pur avendo tradito il ruolo sacerdotale, ne conserva pur sempre il potere per punire o salvare l'amante, solo però se quell'amore può ancora risorgere. (“Ah! bello a me ritorna / del fido amor primiero, / e contro il mondo intiero / difesa a te sarò”). Appena dietro la maschera del potere ci si mostra ora tutta la fragilità della donna.

Nel cuore di Norma non c'è ancora gelosia (non sa nulla della nuova fiamma di Pollione), ma soltanto amarezza, nostalgia e fantasticheria sognante. Con che facilità passa da fantasie di vendetta a quelle di salvezza, nella speranza di ritrovare nel rapporto amoroso l'unica via d'uscita dal conflitto! Sarebbe persino pronta ad abbandonare la sua gente, spogliarsi del ruolo sacerdotale così alto e importante, pur di vivere a pieno l'amore! (“E vita nel tuo seno, e patria e cielo avrò.”) Sembra di assistere al rapido mutamento di un cielo di primavera, con il formarsi di nuvole che rapidamente si dissolvono poi nel sereno. Siamo però ai prodromi di una tempesta che si sta preparando, ma che per ora si cerca di esorcizzare con l'illusione che si possa fermare il tempo, anzi farlo tornare indietro!

Come è profondamente umano tutto ciò: se solo si potesse ricominciare, ritornare al tempo dei primi incontri e all'incanto dei primi baci... Ci si rifugia nel passato (“il fido amor primiero”) o si fugge in avanti, in un futuro salvifico, ma illusorio ("vita, patria e cielo nel tuo seno") pur di esorcizzare il presente, quando questo appare nella sua freddezza desolante! E per Norma affrontare il presente è ancora più difficile che in condizioni analoghe per le altre donne perchè bisogna tener conto del contesto. Non si tratta soltanto di vivere un abbandono, pur sempre molto doloroso e spesso devastante, ma per lei è in gioco la vita stessa e anche quella dei figli, perchè la sua comunità ha regole ben precise per le sacerdotesse che violano il giuramento di castità: la morte. Ma per ora anche questo è rimosso e la vediamo solo abbandonarsi al desiderio di vedere l'amato tornare a lei, come voler continuare il sogno di ebbrezza senza dover rendere conto a nessuno, anzi pensando ancora di utilizzare il potere sacerdotale a suo modo, per i propri fini.

Clicca qui per il testo di "Fine al rito... Ah! bello a me ritorna".

NORMA
Fine al rito.
E il sacro bosco
Sia disgombro dai profani.
Quando il Nume irato e fosco
Chiegga il sangue dei Romani,
Dal druidico delubro
La mia voce tuonerà.

OROVESO E CORO
Tuoni,
E un sol del popolo empio
Non isfugga al giusto scempio;
E primier da noi percosso
Il Proconsole cadrà.

NORMA
Cadrà!
Punirlo io posso.
(Ma punirlo il cor non sa.)

(Ah! Bello a me ritorna
Del fido amor primiero,
E contro il mondo intiero
Difesa a te sarò.
Ah! bello a me ritorna
Del raggio tuo sereno
E vita nel tuo seno
E patria e cielo avrò.)

OROVESO E CORO
Sei lento, sì, sei lento,
O giorno di vendetta,
Ma irato il Dio t'affretta
Che il Tebro condannò!

NORMA
(Ah! riedi ancora qual eri allora,
Quando il cor ti diedi allora,
Qual eri allor, ah, riedi a me!)

OROVESO E CORO
O giorno!
O giorno, il Dio t'affretta
Che il Tebro condannò!

(Tutti escono.)




Joan Sutherland (Norma)
dir: Richard Bonynge (1978)


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