11 gennaio 2016

Lohengrin (11) - Federico e i suoi fedeli

Scritto da Christian

La notte è trascorsa, giungono i primi albori. La scena di sposta davanti alla chiesa dove saranno celebrate le nozze di Lohengrin e di Elsa. Federico è lì presente, nascosto. Mentre i trombettieri del re suonano i loro strumenti, i nobili e i vassalli cominciano a radunarsi per accogliere gli sposi. L'araldo del re rende nota a tutti la "scomunica" di Federico di Telramondo, che il re ha bandito dall'impero per aver "slealmente osato il giudizio di Dio". Il suo ducato è ora affidato al misterioso cavaliere del cigno, che pure non intende farsi chiamare Duca ma semplicemente "Protettore di Brabante". Eppure non tutti i nobili brabantini sono a lui favorevoli: quattro di essi, già vassalli di Federico, palesano fra sé la loro scontentezza per il nuovo stato di cose e si dimostrano ancora fedeli al precedente duca, che può così manifestarsi a loro e anticipare la sua intenzione di accusare Lohengrin di "empio sortilegio" (perché questo è ciò che gli ha fatto credere Ortruda: che il cavaliere lo ha battuto non perché era nel giusto, ma solo grazie alle sue arti magiche).

Questo piccolo episodio (i quattro nobili "reazionari" e fedeli a Telramondo torneranno brevemente, ancora al suo fianco, nel terzo atto) è il segnale di un contrasto che nonostante tutto permane fra i brabantini e i sassoni: essi rappresentano le forze che si oppongono, per motivi personali, all'unificazione dei popoli germanici, quell'unificazione cui Wagner anelava negli anni in cui scriveveva l'opera. Eppure questo elemento (l'episodio, di poche battute, viene addirittura tagliato a volte dagli allestimenti teatrali) è spesso trascurato in scena, per esempio uniformando nei costumi e nella posizione sul palco i vassalli del Brabante e quelli al seguito del re Enrico, come se si trattasse di un'unica massa indistinta.

Il contrasto fra il mondo dei sassoni e quello dei brabantini è [...] un fattore drammatico che merita di esser reso il più chiaro possibile allo spettatore. A quanto pare, ciò non è mai stato realizzato prima delle rappresentazioni bayreuthiane del 1894, che in molte cose furono modello all'impressionante allestimento del 1936. Nella prima e nell'ultima scena dell'opera vi dovrebbe essere la più netta differenziazione visiva tra i costumi e le armi dei sassoni e quelli dei brabantini. [...] Che debba esserci una distinzione evidente, e percepibile dallo spettatore nel corso di tutta l'opera, è condizione indispensabile alla vera comprensione della cornice [storica] del dramma. Molti piccoli particolari provano l'importanza che Wagner stesso annetteva a tale questione.
(Ernest Newman)

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(Allmählicher Tagesanbruch. Zwei Wächter blasen vom Turm das Morgenlied; von einem entfernteren Turme hört man antworten. Während die Türmer herabsteigen und das Tor erschliessen, treten aus verschiedenen Richtungen der Burg Dienstmannen auf, begrüssen sich, gehen ruhen an ihre Verrichtungen usw. Einige schöpfen am Brunnen in metallenen Gefässen Wasser, klopfen an die Pforte des Palas und werden damit eingelassen. Die Pforte des Palas öffnet sich von neuem, die vier Heerhornbläser des Königs schreiten heraus und blasen den Ruf. Die Heerhornbläser treten in den Palas zurück. Die Dienstmannen haben die Bühne verlassen. Aus dem Burghofe und durch das Turmtor kommen nun immer zahlreicher brabantische Edle und Mannen vor dem Münster zusammen; sie begrüssen sich in heiterer Erregtheit.)

DIE EDLEN UND MANNEN
In Frühn versammelt uns der Ruf,
gar viel verheisset wohl der Tag!
Der hier so hehre Wunder schuf,
manch neue Tat vollbringen mag.

(Der Heerrufer schreitet aus dem Palas auf die Erhöhung, vor dessen Pforte heraus, die vier Heerhornbläser ihm voran. Der Königsruf wird wiederum geblasen; alle wenden sich in lebhafter Erwartung dem Hintergrunde zu.)

DER HEERRUFER
(auf der Höhe vor
der Pforte des Palas
)
Des Königs Wort und Will tu ich euch kund;
drum achtet wohl, was euch durch mich er sagt! -
In Bann und Acht ist Friedrich Telramund,
weil untreu er den Gotteskampf gewagt; -
Wer sein noch pflegt, wer sich zu ihm gesellt,
nach Reiches Recht derselben Acht verfällt.

DIE MÄNNER
Fluch ihm, dem Ungetreuen,
den Gottes Urteil traf!
Ihn soll der Reine scheuen,
es flieh' ihn Ruh und Schlaf!

(Beim Rufe der Heerhörner sammelt sich das Volk schnell wieder zur Aufmerksamkeit.)

DER HEERRUFER
Und weiter kündet euch der König an,
dass er den fremden, gottgesandten Mann,
den Elsa zum Gemahle sich ersehnt,
mit Land und Krone von Brabant belehnt;
doch will der Held nicht Herzog sein genannt, -
ihr sollt ihn heissen: Schützer von Brabant!

DIE MÄNNER
Hoch der ersehnte Mann!
Heil ihm, den Gott gesandt!
Treu sind wir untertan
dem Schützer von Brabant!

(Neuer Ruf der Heerhornbläser)

DER HEERRUFER
Nun hört, was Er durch mich euch sagen lässt: -
Heut feiert er mit euch sein Hochzeitfest; -
doch morgen sollt ihr kampfgerüstet nahn,
zur Heeresfolg dem König untertan;
er selbst verschmäht der süssen Ruh zu pflegen,
er führt euch an zu hehren Ruhmes Segen!

(Der Heerrufer geht nach einiger Zeit mit den vier Heerhornbläsern in den Palas zurück.)

DIE MÄNNER
(mit Begeisterung)
Zum Streite säumet nicht,
führt euch der Hehre an!
Wer mutig mit ihm ficht,
dem lacht des Ruhmes Bahn!
Von Gott ist er gesandt
zur Grösse von Brabant!

(Während das Volk freudig durcheinander wogt, treten im Vordergrunde vier Edle, Friedrichs sonstige Lehensmannen, zusammen.)

DER ERSTE EDLE
Nun hört, dem Lande will er uns entführen!

DER ZWEITE
Gen einen Feind, der uns noch nie bedroht?

DER DRITTE
Solch kühn Beginnen solle ihm nicht gebühren!

DER VIERTE
Wer wehret ihm, wenn er die Fahrt gebot?

FRIEDRICH
(ist unbemerkt unter sie getreten)
Ich!
(Er enthüllt sein Haupt;
sie fahren entsetzt zurück
)

DIE VIER EDLEN
Ha! Wer bist du? - Friedrich! Seh' ich recht?
Du wagst dich her, zur Beute jedem Knecht?

FRIEDRICH
Gar bald will ich wohl weiter noch mich wagen,
vor euren Augen soll es leuchtend tagen!
Der euch so kühn die Heerfahrt angesagt,
der sei von mir des Gottestrugs beklagt!

DIE VIER EDLEN
War hör' ich? Rasender! Was hast du vor?
Verlorner du, hört dich des Volkes Ohr!

(Sie drängen Friedrich nach dem Münster, wo sie ihn vor dem Blicke des Volkes zu verbergen suchen. - Vier Edelknaben treten aus der Tür der Kemenate auf den Söller, laufen munter den Hauptweg hinab und stellen sich vor dem Palas auf der Höhe auf. Das Volk, das die Knaben gewahrt, drängt sich mehr nach dem Vordergrunde.)

EDELKNABEN
Macht Platz für Elsa, unsre Frau:
Die will in Gott zum Münster gehn.

(Sie schreiten nach vorn, indem sie durch die willig zurückweichenden Edlen eine breite Gasse bis zu den Stufen des Münsters bilden, wo sie dann sich selbst aufstellen. Vier andere Edelknaben treten gemessen und feierlich aus der Tür der Kemenate auf den Söller und stellen sich daselbst auf, um den Zug der Frauen, den sie erwarten, zu geleiten.)

(Lento sorgere del giorno. Due guardiani suonano la diana della torre; si sente rispondere da una torre più lontana. Mentre i guardiani della torre discendono e aprono la porta, entrano dei servitori da diverse parti del castello; si salutano, e se ne vanno tranquillamente per le loro faccende ecc. Alcuni attingono acqua alla fonte in brocche di metallo, battono alla porta del Palazzo, ed in seguito a ciò, vengono introdotti. La porta del palazzo s'apre di nuovo, ed i quattro Trombettieri del Re escono e suonano l'appello. I trombettieri rientrano nel palazzo. I servi hanno abbandonato la scena. Dal cortile del castello ed attraverso la porta della torre, entrano ora Nobili e Vassalli brabantini in numero sempre maggiore, raccogliendosi davanti alla chiesa; essi si salutano con gaiezza commossa.)

NOBILI E VASSALLI
Per tempo ci raccoglie l'appello,
molto in verità promette il nuovo giorno.
Colui che qui sì alti miracoli produsse
può compiere più d'una nuova impresa.

(L'Araldo di guerra esce dal Palazzo, sull'altana davanti al portone, preceduto dai quattro Trombettieri. Si suona nuovamente l'appello reale. Tutti si volgono verso il fondo con viva aspettazione.)

L'ARALDO DI GUERRA
(sull'altana davanti al portone del Palazzo)
Il volere e la parola del Re io vi faccio manifesti;
e perciò ponete bene attenzione a quel ch'egli vi dice per mio mezzo!...
Federico di Telramondo è al bando dell'impero,
perché slealmente egli ha osato il giudizio di Dio:...
chi di lui ancora si cura, chi a lui s'accompagna,
cade secondo il diritto dell'impero sotto lo stesso bando.

GLI UOMINI
Maledizione a lui, lo sleale,
che il giudizio di Dio ha colpito!
Di lui senta orrore l'innocente,
fuggano da lui sonno e riposo!

(All'appello delle trombe, il popolo presto si raccoglie nuovamente in ascolto.)

L'ARALDO DI GUERRA
E inoltre a voi il Re fa manifesto,
che l'eroe straniero inviato da Dio,
cui Elsa desidera per consorte,
egli della terra e della corona investe.
Pure non vuol l'eroe esser chiamato duca,...
voi dovrete chiamarlo Protettore del Brabante!

GLI UOMINI
Viva l'uomo dei nostri voti!
Salute a lui, che Dio ha mandato!
Fedeli sudditi saremo
al Protettore di Brabante!

(Nuovo appello dei Trombettieri)

L'ARALDO DI GUERRA
Ed ora udite quel ch'egli vi fa dire per mio mezzo:...
Egli celebra oggi con voi la festa delle sue nozze;...
ma domani voi vi raccoglierete armati in guerra,
ubbidienti a formare scorta armata al Re;
egli stesso disdegna di darsi al dolce riposo,
e vi conduce a messe alta di gloria!

(Dopo un poco di tempo, l'Araldo di guerra rientra nel Palazzo insieme ai quattro Trombettieri.)

GLI UOMINI
(con entusiasmo)
Non indugiate alla battaglia
l'eroe si mette alla vostra testa!
Chi animosamente con lui combatterà,
a lui la via della gloria sorriderà.
Da Dio egli è mandato
per la grandezza del Brabante!

(Mentre il popolo ondeggia in gaio brulichìo, quattro Nobili, già vassalli di Federico, si raccolgono sul davanti della scena.)

IL PRIMO NOBILE
Udite, lontano dal nostro paese ci vuol trascinare!

IL SECONDO
Contro un nemico, che non ci ha mai minacciato?

IL TERZO
Un così temerario principio non dovrebbe essergli permesso!

IL QUARTO
Chi gli si opporrà, quando comanderà il viaggio?

FEDERICO
(s'è avanzato, senz'esser visto, in mezzo a loro)
Io!
(scopre il capo; essi arretrano inorriditi)

I QUATTRO NOBILI
Ah! Chi sei?... Federico? Vedo io bene?
Tu osi venir qui, preda ad ogni servo?

FEDERICO
Ben presto oserò io ben altro ancora: / come apparirà ai vostri occhi nella piena luce del giorno!
Colui che così ardito comanda, che l'oste si muova,
sarà da me accusato d'empio sortilegio!

I QUATTRO NOBILI
Che odo? Folle, che ti proponi?
Te perduto, se ti ascolta orecchio di popolo!

(Essi spingono Federico verso la chiesa, dove cercano di nasconderlo davanti agli sguardi del popolo. Quattro Paggi escono dalla porta della Caminata sul balcone, corrono gaiamente giù per la via principale d'accesso e si dispongono davanti al Palazzo, sull'altana. Il popolo che ha scorto i ragazzi, fa maggior ressa verso il proscenio.)

PAGGI
Fate largo ad Elsa, la nostra signora:
ella vuole andare in chiesa, al suo Dio!

(Essi s'avanzano, formando attraverso i Nobili che volenterosi fan largo, una larga via d'accesso ai gradini della chiesa, sui quali si dispongono. Quattro altri Paggi escono con contegno e solennità sul balcone, dalla porta della Caminata, e si dispongono colà stesso, per accompagnare il corteo delle Donne, ch'essi attendono.)




dir: Claudio Abbado (1990)
Georg Tichy (Der Heerrufer), Hartmut Welker (Friedrich)


"In Frühn versammelt uns der Ruf"
dir: Rudolf Kempe


"Des Königs Wort und Will tu ich euch kund"
dir: Georg Solti
Dietrich Fischer-Dieskau (Der Heerrufer)