10 gennaio 2015

16. Recitativo e aria: "Quell'alme pupille"

Scritto da Christian

Il temporale scoppiato all'improvviso ha separato i vari cacciatori. Ora la calma è tornata, in un'atmosfera quasi pastorale; ma il cavalier Giocondo, rimasto solo, si rode all'idea che Clarice, la donna che ama non ricambiato, possa aver trovato conforto nella compagnia del Conte Asdrubale ("La mia tiranna io mi figuro / in braccio all'amico rival"). Il tenore intona qui un'aria in cui mette a nudo il proprio animo tormentato e diviso fra l'amore per Clarice e l'amicizia per il Conte. Il brano è bello, melodico e ispirato (anche se forse non rappresenta un esempio significativo delle partiture per tenore di Rossini): ma essendo "La pietra del paragone" pur sempre un'opera buffa, c'è il sospetto che Romanelli e il compositore pesarese si prendano gioco, attraverso Giocondo, di un certo tipo di personaggio dell'opera seria, l'innamorato romantico che si strugge per un sospiro o uno sguardo della persona amata.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

GIOCONDO
Oh, come il fosco impetuoso nembo ci separò!
Clarice, il Conte invano chiamai sovente,
e più l'altrui mi calse, che il mio periglio...
Or tutto è calmo,
e solo regna nel petto mio tempesta eterna.
La mia tiranna io mi figuro in braccio all'amico rival...
sparsa le chiome... pallida... ansante...
e lui veder mi sembra, che al sen la stringe...
la conforta... e pasce l'avido ciglio in quella,
fatta dal pianto e dal timor più bella.

Clicca qui per il testo del brano.

GIOCONDO
Quell'alme pupille
io serbo nel seno:
ma un guardo sereno
non hanno per me.
Deh! amor, se merita
da te mercede
la sempre candida
mia lunga fede,
fa' ch'io dimentichi
sì gran beltà.
Tu fosti origine
del mio dolor:
tu l'opra barbara
correggi, amor.



José Manuel Zapata


Raul Giménez


Ugo Benelli


Juan Diego Flórez


Josè Carreras


Alessandro Codeluppi


William Matteuzzi

Luca Canonici


Ugo Benelli (dal film "Lo sceicco d'Arabia")

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Rossini è miniera quasi inesauribile. Non mi era particolarmente piaciuta LA PIETRA. Me ne sono innamorato con la versione di Giorgio Barbiero Corsetti e Spinosì. Del resto mi chiedo chi di quell'allestimento non si è innamorato. Salvo poi rivederla in un allestimento completamente diverso che ha addirittura aumentato l'idillio: quello di Zedda e Pizzi a Barcellona. "Quell'alme pupille" non la migliore aria da tenore ? E da quando la musica è diventata come l'atletica ? Se penso al pezzo interpretato idealmente da un tenore che sugli acuti era quasi una autorità; Mario Lanza, mi tremano i polsi dall'emozione.



Christian ha detto...

Anch'io ho imparato ad amare quest'opera grazie alla versione di Corsetti/Sorin e Spinosi, davvero eccezionale. Ma concordo nel giudicare di ottimo livello anche quella di Zedda: non a caso sono state le due versioni di riferimento nel selezionare le videoclip da pubblicare in questi post!