1 febbraio 2013

12. Terzetto: "Sento, ohimè, che mi vien male"

Scritto da Daniele Ciccolo

Visto che è da un po' di tempo che non scrivo mi sembra opportuno riprendere per sommi capi le fila della nostra storia, onde poter continuare.

Paolino e Carolina sono due giovani innamorati, anzi, sposati. Lui lavora come garzone presso la bottega del padre di lei, un borghese arricchito. E' la disparità sociale tra i due che li ha costretti a consacrare il loro amore in segreto: la celebrazione del matrimonio, infatti, è l'antefatto dell'intero intreccio.
E' proprio quando i due giovani decidono di svelare l'arcano che cominciano i problemi.
Tanto per cominciare, il Conte Robinson (promesso sposo per contratto alla sorella maggiore di Carolina, Elisetta) si invaghisce proprio di Carolina. E il primo atto si chiude all'insegna dell'equivoco e dell'imbarazzo generale.

Ci siamo lasciati commentando la prima scena del secondo atto. Come abbiamo visto, qui la situazione si complica, nel senso che il Conte si accorda con Geronimo in modo da avere il suo "placet" per sposare Carolina, rinunziando in cambio a metà della dote inizialmente concordata che Geronimo avrebbe dovuto corrispondergli. Da buon mercante, il vecchio non può che accettare una simile offerta. Così, i due escono di scena, felici di aver raggiunto un accordo che renda soddisfatti entrambi.

Ed ecco che entra in scena Paolino. Si lamenta del fatto che è stato impossibile per lui trovare una soluzione. Teme addirittura che l'affare possa scoppiare e sfuggirgli di mano. Infatti, quando si è rivolto al Conte, il tentativo di risolvere la questione è fallito miseramente, dato che lo stesso nobile gli ha manifestato il suo amore per Carolina. Ma il giovane non si lascia scoraggiare più di tanto e cerca aiuto "nel buon cuor di Fidalma". Probabilmente, infatti, Paolino è consapevole di una certa simpatia di Fidalma nei suoi confronti. Di certo, però, non si aspetta che lei si sia addirittura innamorata di lui e che intende sposarlo! Come ricorderete, lo abbiamo scoperto qui.

Come è facile immaginare, la passione dell'attempata Fidalma nei confronti del giovane Paolino rappresenta un ulteriore ostacolo che si frappone allo svelamento del nodo clandestino che lega i due sposi. Ma ciò che è divertente è la situazione che si viene a creare in questo recitativo.

Paolino si avvicina fiducioso a Fidalma. E un classico qui pro quo dà occasione a Bertati per montare un momento comico. Infatti, l'uso di espressioni volutamente equivoche fa sì che ciascuno ritenga l'altro personaggio consapevole delle rispettive intenzioni ed addirittura contento per questo! Insomma, Fidalma ritiene che Paolino ricambi il suo amore e che sia contento di sposarla, mentre Paolino crede che Fidalma abbia capito la sua richiesta di aiuto e pensa che sia disposta ad intercedere presso il fratello.

Tutti i dubbi si sciolgono quando Fidalma solennemente proclama, dando la sua parola, che Paolino sarà suo sposo: il giovane, ovviamente, ne rimane oltremodo sconvolto.


PAOLINO
Ecco che or ora scoppia
da sè la cosa. Io sono rovinato!
Scacciato colla sposa, e disperato.
Ma no. Mi resta ancora una speranza
nel buon cuor di Fidalma. A lei men volo
benchè tutto tremante...
Ma Fidalma qui giunge... Ecco l'istante.

FIDALMA
(Egli è qua solo.)

PAOLINO
(Ella mi sembra
che volga in sè qualche pensier molesto.
Orsù, coraggio!
Il tempo passa, ed io me le avvicino.)
Se mi è permesso...

FIDALMA
Addio, caro Paolino,
non mi avete veduta altro che adesso?

PAOLINO
Vi vidi pensierosa, e non mi parve
di dover disturbarvi.

FIDALMA
Voi non mi disturbate.
Pensieroso però, se non m'inganno,
eravate anche voi.

PAOLINO
Questo è ben vero.

FIDALMA
Paolino?

PAOLINO
Signora.

FIDALMA
I pensier nostri
da un'istessa cagion per avventura
sarebbero prodotti?

PAOLINO
È ciò impossibile.

FIDALMA
Non pensavate a me?

PAOLINO
Non so negarlo.

FIDALMA
Ed io pensava a voi.
Via, non vi confondete.
Parlatemi con tutta confidenza.

PAOLINO
Ah! Signora....

FIDALMA
Mi avrete
pietosa e non crudel.

PAOLINO
La bontà vostra
il mio merito eccede, e mi consola,
ma con vostro fratello...

FIDALMA
Il fratel mio
deve bene accordar quel che vogl'io.

PAOLINO
E non farà rumore?

FIDALMA
Quale rumore?
Contento ei dee mostrarsi
quando ancor non lo fosse.

PAOLINO
Ah, mio conforto!
Dunque, quando?

FIDALMA
Prestissimo.

PAOLINO
Anzi, senza dimora.

FIDALMA
Ebbene in questo punto
vi do la mia parola
che sarete mio sposo...

PAOLINO
Sposo?

FIDALMA
Sì, caro mio.

PAOLINO
Io?

FIDALMA
Sì, mio caro,
sì, mio bene, consolati...
Ma di color tu cangi?... E che cos'hai?

PAOLINO
(Qual nuovo contrattempo è questo mai!)


È davvero un duro colpo per il nostro Paolino. Una notizia del genere non può che porre in scompiglio il giovane garzone, considerando che proprio in Fidalma era stata riposta l'ultima speranza per tentare di salvare la situazione senza troppi guai: più avanti, infatti, vedremo che la soluzione che sceglieranno i due sposi sarà drastica proprio perché si renderanno conto di non aver più alcuna opzione.

L'animo del nostro personaggio è stato caricato di troppe notizie negative e la conseguenza è che il corpo ne risente, motivo per cui Paolino sviene. Fidalma ritiene, erroneamente, che si tratti di un "effetto del piacer" per nulla preoccupante. Ma, realizzato l'effettivo mancamento del giovane amato, decide di porgergli aiuto e di chiamare qualcuno in suo soccorso.

Chi pensate che venga? Carolina, naturalmente.

Immaginatevi la situazione: Carolina sente la zia gridare, si volge verso di lei e trova lo sposo per terra; e, come se non bastasse, la zia giustifica l'accaduto dicendo che Paolino sta "per gioia in delinquio". Così Fidalma intima alla nipote di fermarsi lì mentre lei esce momentaneamente di scena per procurarsi "un certo elisire".

Anche Carolina è comprensibilmente sconvolta da ciò che vede. Nel poco tempo in cui è sola con lo sposo riesce a svegliarlo e a chiedergli spiegazioni. Paolino vorrebbe che la sposa andasse via, non giudicando il momento adeguato a spiegarle l'accaduto; Carolina, com'è ovvio, equivoca credendo all'innamoramento di Paolino per Fidalma.

Quando si prospetta l'inizio di una lite ecco che rientra Fidalma, che trova Paolino già in piedi. Gli porge la sua mano perché il giovane la baci, ma questi garbatamente rifiuta. Carolina, ingelosita, intima alla zia di andarci piano, ma Fidalma insiste, adducendo che la nipote non deve entrare nella questione.

Il terzetto si conclude all'insegna del turbamento generale: con Carolina che crede lo sposo infedele; con Paolino che è amareggiato perché non può contare sull'aiuto di Fidalma; e con quest'ultima che comincia a trovare inopportuna Carolina a causa del suo atteggiamento eccessivamente apprensivo nei confronti di Paolino.

Così Fidalma esce di scena.

Clicca qui per il testo del brano.


PAOLINO
Sento, ohimè, che mi vien male,
già mi manca quasi il fiato!

FIDALMA
Non è niente, sposo amato,
questo è effetto del piacer.

PAOLINO
Per pietà, che in svenimento
io mi sento già cader.

FIDALMA
È l'effetto del contento,
passerà, no, non temer.
Mio caro Paolino
Ma!.... certo è svenuto,
porgiamogli aiuto...
C'è alcuno di là?
(entra Carolina)
L'amore, il contento
vedete che fa?

CAROLINA
Ma cosa è accaduto?
Che cosa è mai stato?

FIDALMA
Il povero giovine
di me innamorato,
per gioia in deliquio
vedete che sta.
Io vado a pigliare
un certo elisire,
non state a partire.
Restatevi qua.

CAROLINA
(Che creder, che dire,
da me non si sa.)
Giusto Cielo! Quale affanno,
qual sospetto mi martella!
Su, ti scuoti, su favella!
Io mi sento lacerar.

PAOLINO
Carolina, deh, va via!

CAROLINA
Tu invaghito di mia zia,
e mi vieni ad ingannar.

PAOLINO
Taci, taci, che per ora
non mi posso qui spiegar.

CAROLINA
Ci mancava questa ancora
Per più farmi delirar.

FIDALMA
(entrando)
Son qui pronta... Son qua lesta,
ma già in piedi ti ritrovo.
Per la gioia che ne provo
questa man ti do a baciar.

PAOLINO
(imbarazzato)
Non mi prendo tanto ardire.

CAROLINA
Mia signora, pian pianino.

FIDALMA
Bacia, bacia, Paolino.
(a Carolina)
Non ci avete voi da entrar.

CAROLINA, PAOLINO
Questa certa confidenza
di fanciulla alla presenza,
che stia bene non mi par.

FIDALMA
Di qualunque alla presenza
posso dar tal confidenza
a colui che ho da sposar.

(Fidalma parte. Carolina e Paolino mostrano di partire, ma poi si arrestano.)


Seguono alcune versioni video dell'aria.

Da un punto di vista musicale, vorrei che notaste come la musica di questo brano sia in grado di "farsi in tre", nel senso che si presta bene ad esprimere i diversi sentimenti dei tre personaggi coinvolti: il tono preoccupato di Paolino (espresso da una musica con frasi ripetute e a tratti sillabata), la contentezza di Fidalma (che è resa con un tono abbastanza concitato), la preoccupazione di Carolina (per lo svenimento di Paolino e per la sua presunta infedeltà).



Paolo Barbacini, Carmen Gonzales, Antonella Bandelli




David Kuebler, Marta Szirmay, Georgine Resick

Ryland Davies, Julia Hamari, Arleen Augér




Vito Lassandro, Giuseppina Salvi, Edda Vincenzi

Aldo Caputo, Damiana Pinti, Cinzia Forte