10 dicembre 2013

Don Giovanni (11) - “Ho capito, signor sì”

Scritto da Christian

Lasciata Donna Elvira, Leporello raggiunge Don Giovanni e lo trova intento ad assistere al ballo dei contadini che si preparano per il matrimonio di Masetto e Zerlina. Al commento del nobile libertino ("Che bella gioventù! Che belle donne!"), Leporello aggiunge "Fra tante, per mia fè, vi sarà qualche cosa anche per me", dimostrando di non essere immune dal fascino del gentil sesso e, soprattutto, di essere disposto a seguire le orme del suo padrone, se solo potesse. Lo spunto (che sfocerà, nel secondo atto, nella scena dello scambio di abiti) è rafforzato dalla gag in cui il servo, importunando una contadina, si giustifica così: "Anch'io, caro padrone, esibisco la mia protezione".

Don Giovanni prende subito di mira Zerlina (è da notare come le si rivolga cortesemente, dandole del "voi", mentre a Masetto parla in maniera più diretta e sprezzante, dandogli del "tu") ed escogita uno stratagemma per restare solo con lei: con la scusa di mettere a disposizione la propria tenuta per la festa, ordina a Leporello di condurre tutti nella sua dimora, compreso Masetto, mentre lui rimarrà indietro a "intrattenere" Zerlina. Naturalmente al contadino la cosa non sta bene, anche perché – come gli spiega sarcasticamente Leporello – "In vostro loco vi sarà sua eccellenza, e saprà bene fare le vostre parti". Masetto ha compreso da subito le reali intenzioni del nobiluomo, ma è costretto a chinare la testa, mentre la stessa Zerlina prova a tranquillizzarlo: "Va', non temere, nelle mani son io di un Cavaliere". La rassicurazione non gli può certo bastare; e prima di essere condotto via da Leporello, si sfoga – non senza ironia e sarcasmo – tanto contro Don Giovanni ("Dubitar non posso affé / Me lo dice la bontà / che volete aver per me") quanto contro la ragazza ("Faccia il nostro cavaliere / cavaliera ancora te").

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

DON GIOVANNI
(entrando)
(Manco male, è partita.)
(da parte, a Leporello)
Oh, guarda, guarda
che bella gioventù, che belle donne!

LEPORELLO
(Tra tante, per mia fé,
vi sarà qualche cosa anche per me.)

DON GIOVANNI
Cari amici, buongiorno. Seguitate
a stare allegramente,
seguitate a suonar, o buona gente.
C'è qualche sposalizio?

ZERLINA
Sì, signore;
e la sposa son io.

DON GIOVANNI
Me ne consolo.
Lo sposo?

MASETTO
Io, per servirla.

DON GIOVANNI
Oh, bravo! per servirmi:
questo è vero parlar da galantuomo!

LEPORELLO
(Basta che sia marito!)

ZERLINA
Oh! Il mio Masetto
è un uom d'ottimo core.

DON GIOVANNI
Oh, anch'io, vedete!
Voglio che siamo amici. Il vostro nome?

ZERLINA
Zerlina.

DON GIOVANNI
E il tuo?

MASETTO
Masetto.

DON GIOVANNI
Oh, caro il mio Masetto!
Cara la mia Zerlina. V'esibisco
la mia protezione.
(a Leporello che fa scherzi alle altre contadine)
Leporello!
Cosa fai lì, birbone?

LEPORELLO
Anch'io, caro padrone,
esibisco la mia protezione.

DON GIOVANNI
Presto, va' con costor: nel mio palazzo
conducili sul fatto. Ordina ch'abbiano
cioccolatte, caffè, vini, presciutti.
Cerca divertir tutti:
mostra loro il giardino,
la galleria, le camere; in effetto,
fa' che resti contento il mio Masetto.
Hai capito?

LEPORELLO
Ho capito.
(ai contadini)
Andiam.

MASETTO
(a Don Giovanni)
Signore...

DON GIOVANNI
Cosa c'è?

MASETTO
La Zerlina
senza me non può star.

LEPORELLO
In vostro loco
ci sarà sua eccellenza, e saprà bene
fare le vostre parti.

DON GIOVANNI
Oh! la Zerlina
è in man d'un cavalier. Va' pur: fra poco
ella meco verrà.

ZERLINA
Va', non temere:
nelle mani son io d'un cavaliere.

MASETTO
E per questo?

ZERLINA
E per questo
non c'è da dubitar...

MASETTO
Ed io, cospetto...

DON GIOVANNI
Olà, finiam le dispute: se subito,
senz'altro replicar, non te ne vai,
(mostrandogli la spada)
Masetto, guarda ben, ti pentirai.

Clicca qui per il testo del brano.

MASETTO
Ho capito, signor sì!
Chino il capo e me ne vo:
giacché piace a voi così,
altre repliche non fo.
Cavalier voi siete già,
dubitar non posso, affé;
me lo dice la bontà
che volete aver per me.
(sottovoce a Zerlina)
Bricconaccia, malandrina,
fosti ognor la mia ruina.
(a Leporello che lo vuol condur seco)
Vengo, vengo!
(a Zerlina)
Resta, resta!
È una cosa molto onesta:
faccia il nostro cavaliere
cavaliera ancora te.



David Bizic


Luca Pisaroni


Alfred Poell


Piero Cappuccilli

Nicolò Ayroldi