9 novembre 2010

Turandot (9) - I padri

Scritto da Marisa

Nell'opera compaiono due padri: Timur e l'imperatore della Cina; tutti e due "nobili e vecchi". Li accomuno perché la loro funzione e il significato psicologico sono simili.
Uno, Timur, è il vecchio Re spodestato, quindi indebolito e depotenziato; l'altro, Altoum, pur essendo ancora imperatore, è impotente davanti alla figlia che gli ha carpito un giuramento folle, che lo rende complice di delitti che vorrebbe scongiurare ma non può più.
Li vediamo entrambi implorare il giovane di desistere dall'affrontar la prova. Timur fa leva inutilmente sul sentimento paterno ("Figlio, che fai? Vuoi morir cosi?... Tu passi su un povero core che sanguina invan per te..."), non esitando nemmeno a ricorrere alla vecchia arma (di solito materna) del ricatto affettivo: "mi spezzi il cuore"; l'imperatore cerca di togliersi di dosso il senso di colpa ("Fa ch'io possa morir senza portare il peso della tua giovane vita") dopo l'incauto giuramento fatto alla figlia. Entrambi non vengono ascoltati, il che conferma la loro impotenza.

Il motivo del vecchio re ormai depotenziato (per età, malattia o altro) è un classico nella fiaba e indica una precisa situazione: un vecchio principio dominante sta esaurendosi e deve cedere il posto a un nuovo ordine, a una nuova scala di valori.
Questo passaggio non è mai semplice; a volte è lungo e doloroso (una grave malattia cronica del re), a volte rapido (la morte violenta e improvvisa del re), ma comporta sempre prove difficili, rischiose per tutti, soprattutto per il nuovo che deve affermarsi ma anche per il vecchio che non vuol cedere. A volte è possibile il rinnovamento senza distruggere il vecchio (la ricerca dell'acqua miracolosa che guarisce il vecchio re), a volte il cambiamento è più radicale e il passaggio drastico (il vecchio re deve essere ucciso).
Come si vede, anche qui è costellato il tema del rinnovamento, e credo che questo passaggio sia ancora in atto: si tratta nientemeno che constatare l'esaurimento del vecchio modello patriarcale e lavorare per il suo cambiamento. Da alcuni decenni ormai la cosa è abbastanza chiara (le femministe hanno fatto molto per evidenziarlo), ma il passaggio è più difficile di quanto non si creda e le regressioni sono sempre in azione...
Ma quale sarà il nuovo modello? Ovviamente non si può prevedere il futuro, ma l'inconscio lavora già per possibili soluzioni e questa fiaba ne è un ottimo esempio.
Seguiamone perciò attentamente gli sviluppi perché credo che la soluzione che vi troveremo sia molto bella e confortante. Ma questa, si sa, è solo una fiaba e le fiabe quasi sempre prospettano un lieto fine. E se cominciassimo a leggerle più attentamente e farle agire su di noi?

Il conflitto tra passato e futuro, tradizione e rinnovamento (padri e figli) è fonte di continue tensioni anche perché spesso si adotta una mentalità dualistica (di chiara derivazione patriarcale monoteistica), secondo la quale c'è una sola verità e quindi un solo vincitore: o si difende strenuamente il passato arroccandosi su posizioni reazionarie, rifiutando i cambiamenti e rimpiangendo "il buon tempo andato", o ci si lancia altrettanto acriticamente verso un futuro immaginato meraviglioso e risolutore di ogni difficoltà. Certo, queste sono posizioni estremistiche che servono a far capire il problema radicalizzandolo, ma il problema c'è e bisognerebbe rifletterci.
Concludo con due citazioni importanti, una presa da uno scienziato occidentale, l'altra dall'ultimo grande mistico e filosofo indiano. Eric K. Kandel, premio Nobel 2000 per la medicina, scrive: "Siamo ciò che siamo in virtù di ciò che abbiamo imparato e che ricordiamo"; e Sri Aurobindo (1995): "Distruggi gli stampi del passato, ma mantieni intatte le sue conquiste e il suo spirito, altrimenti non avrai avvenire".

Clicca qui per il testo di "Un giuramento atroce mi costringe".

L'IMPERATORE
Un giuramento atroce mi costringe
a tener fede al fosco patto.
E il santo scettro ch'io stringo
gronda di sangue.
Basta sangue! Giovine, va'!

CALAF
Figlio del Cielo,
io chiedo d'affrontar la prova!

L'IMPERATORE
Fa ch'io possa morir senza portare
il peso della tua giovine vita!

CALAF
Figlio del Cielo,
io chiedo d'affrontar la prova!

L'IMPERATORE
Non voler che s'empia ancor d'orror
la Reggia, il mondo...

CALAF
Figlio del Cielo,
io chiedo d'affrontar la prova!




direttore: Zubin Mehta