5 novembre 2010

Turandot (8) - Ping, Pang, Pong

Scritto da Marisa

Ping, Pang e Pong sono tre alti ministri imperiali e hanno la stessa funzione che ha il coro nelle tragedie greche: sottolineano gli avvenimenti fungendo da cassa di risonanza dei pensieri e dei sentimenti collettivi. Impersonano la voce del buon senso comune, prima scoraggiando in tutti i modi il principe straniero da quello che a loro sembra un suicidio annunciato, e poi, all'inizio del secondo atto, lasciandosi andare alla rievocazione piena di rimpianto del tempo passato, così tranquillo e ordinato, prima che la comparsa di Turandot, con il suo ostinato e tragico rifiuto del matrimonio, sovvertisse l'ordine costituito mettendo a rischio la continuità stessa dell'impero ("Addio amore, addio razza, addio stirpe divina!... E finisce la China!...").
Dopo aver consigliato al giovane principe di desistere dalla folle prova, essi sono ormai pronti a qualsiasi eventualità (preparare le nozze o le esequie), perché non hanno in fondo una vera opinione personale e sono consapevoli della loro impotenza e dell'inutilità del loro intervento. Pur essendo grandi ministri, sono completamente dipendenti dal potere. Anche i loro desideri vengono espressi solo come fantasia o rimpianto, senza alcuna capacità decisionale ("Vorrei tornar laggiù, e sto qui a stillarmi il cervel sui libri sacri"). Il loro interesse è tutto volto al benessere e alla tranquillità materiale (la casa sul laghetto blu, le foreste presso Tsiang, il giardino presso Kiu...) e nulla possono capire di una ricerca che vada oltre il bene immediato, tanto meno una sfida mortale per la conquista di una donna che, per quanto principessa, a loro sembra esattamente uguale alle altre ("Ha due gambe, due braccia...")
A loro è quindi affidata la parte antieroica e sdrammatizzante, rappresentando l'esatto contrario di Calaf, il contrappunto speculare, come Sancio Panza con Don Chisciotte.
Sono personaggi stereotipati, maschere riproducibili (sono infatti prese dalla Commedia dell'Arte: nel lavoro di Carlo Gozzi si chiamano Pantalone, Tartaglia, Brighella e Truffaldino e sono rispettivamente il segretario dell'imperatore, il gran cancelliere, il maestro dei paggi e il capo degli eunuchi), perché la loro logica è la logica collettiva del conformismo, regolata da quello che in genere pensano tutti e che "sarebbe opportuno" fare, mentre il comportamento di Calaf è strettamente individuale e risponde a un dettato personale: il proprio destino; qualcosa come una "vocazione" che può sembrare folle agli altri ma che esige "fedeltà a sé stessi" prima ancora che considerazione per le norme collettive.

Clicca qui per il testo di "Olà, Pang! Olà, Pong!".

PING
Olà, Pang! Olà, Pong!
Poiché il funesto gong
desta la reggia e desta la città,
siam pronti ad ogni evento:
Se lo straniero vince, per le nozze,
e s'egli perde, pel seppellimento.

PONG
Io preparo le nozze...

PANG
...ed io le esequie.

PONG
Le rosse lanterne di festa...

PANG
Le bianche lanterne di lutto...

PONG
Gli incensi e le offerte...

PANG
Gli incensi e le offerte...

PONG
Monete di carta dorate,
il bel palanchino scarlatto...

PANG
Thè, zucchero, noci moscate,
il feretro grande, ben fatto...

PONG
I bonzi che cantano...

PANG
I bonzi che gemono...

PONG, PANG
E tutto quanto il resto,
secondo vuole il rito,
minuzioso, infinito!

PING
O China, o China,
che or sussulti e trasecoli inquieta,
come dormivi lieta,
gonfia dei tuoi settantamila secoli!

PING, PONG, PANG
Tutto andava secondo
l'antichissima regola del mondo.
Poi nacque... Turandot!
E sono anni che le nostre feste
si riducono a gioie come queste:
tre battute di gong, tre indovinelli…
e giù teste!

PANG
L'anno del Topo furon sei.

PONG
L'anno del Cane furon otto.

PING, PONG, PANG
Nell'anno in corso,
il terribile anno della Tigre,
siamo già al tredicesimo,
con quello che va sotto!
Che lavoro! Che noia!
A che siamo mai ridotti?
I ministri siam del boia!

PING
Ho una casa nell'Honan
con il suo laghetto blu,
tutto cinto di bambù.
E sto qui a dissiparmi la mia vita,
a stillarmi il cervel sui libri sacri.
E potrei tornar laggiù,
presso il mio laghetto blu,
tutto cinto di bambù.

PONG
Ho foreste, presso Tsiang,
che più belle non c'è ne,
che non hanno ombra per me.

PANG
Ho un giardino, presso Kiu,
che lasciai per venir qui,
e che non rivedrò mai più!

PING
E potrei tornar laggiù,
presso mio laghetto blu,
tutto cinto di bambù!

PING, PANG, PONG
E stiam qui a stillarci il
cervel, sui libri sacri!

PONG
E potrei tornare a Tsiang...

PING
E potrei tornare laggiù...

PANG
E potrei tornare a Kiu…

PING
...a godermi il lago blu...

PONG
Tsiang…

PANG
Kiu…

PING
Honan…

PING, PANG, PONG
O mondo pieno di pazzi innamorati!
Ne abbiam visti arrivar degli aspiranti!
O quanti! O quanti!

PING
Vi ricordate il principe
regal di Samarcanda?
Fece la sua domanda,
e lei con quale gioia
gli mandò il boia!

LA FOLLA
Ungi, arrota,
che la lama guizzi e sprizzi…
fuoco e sangue!

PONG
E l'Indiano gemmato Sagarika
cogli orecchini come campanelli?
Amore chiese, fu decapitato!

PANG
Ed il Birmano?

PONG
E il prence dei Kirghisi?

PONG, PANG
Uccisi! Uccisi! Uccisi! Uccisi!

PING
E il Tartaro dall'arco di sei cubiti
di ricche pelli cinto?

PONG, PANG
Estinto! Estinto!

LA FOLLA
Che la lama guizzi e sprizzi
fuoco e sangue!
Dove regna Turandot
il lavoro mai non langue!

PING, PANG, PONG
E decapita! Uccidi! Uccidi! Uccidi!
Uccidi! Ammazza! Estingui!
Uccidi! Estingui! Ammazza!
Addio amore, addio razza!
Addio stirpe divina!
E finisce la China!
Addio, stirpe divina!

PING
O Tigre! O Tigre!

PING, PANG, PONG
O grande marescialla del cielo,
fa che giunga la gran notte attesa,
la notte della resa!

PING
Il talamo le voglio preparare!

PONG
Sprimaccerò per lei le molli piume.

PANG
Io l'alcova le voglio profumare.

PING
Gli sposi guiderò reggendo il lume.

PING, PANG, PONG
Poi tutt'e tre in giardino
noi canterem d'amor fino al mattino,
così…
Non v'è in China per nostra fortuna
donna più che rinneghi l'amor!
Una sola ce n'era e quest'una
che fu ghiaccio, ora è vampa ed ardor!
Principessa, il tuo impero si stende
dal Tsè-Kiang all'immenso Jang-Tsè!
Ma là, dentro alle soffici tende,
c'è uno sposo che impera su te!
Tu dei baci già senti l'aroma,
già sei doma, sei tutta languor!
Gloria, gloria alla notte segreta,
che il prodigio ora vede compir!
Gloria, gloria alla gialla coperta
di seta… notte segreta!
Testimonio dei dolci sospir!
Nel giardin sussurran le cose
e tintinnan campanule d'or…
Si sospiran parole amorose,
di rugiada s'imperlano i fior!
Gloria, gloria al bel corpo discinto
che il mistero ignorato ora sa!
Gloria all'ebbrezza e all'amore che ha vinto
e alla China la pace ridà!

(dall'interno, il rumore della reggia richiama i tre ministri alla triste realtà).

PING
Noi si sogna e il palazzo già formicola
di lanterne, di servi e di soldati.
Udite il gran tamburo del tempio verde!
Già stridon le infinite ciabatte di Pekino.

PING, PANG, PONG
Udite trombe! Altro che pace!
Ha inizio la cerimonia.
Andiamo a goderci
l'ennesimo supplizio!



direttore: Zubin Mehta


direttore: Claudio Micheli

1 commenti:

giacy.nta ha detto...

I tre "cloni" svolgono effettivamente funzione di contrappunto all'eroe fedele a se stesso, ma devo dire che Puccini ha regalato loro delle note piacevolissime ed in alcuni tratti, assai nuove, dissonanti.