22 febbraio 2010

Due recitativi e il problema del III atto

Scritto da Christian

Nel libretto delle "Nozze di Figaro", il sestetto "Riconosci in quest'amplesso" è seguito da un breve recitativo fra Cherubino e Barbarina ("Andiam, andiam, bel paggio"), da una meravigliosa scena con la Contessa (Recitativo e aria: "E Susanna non vien! – Dove sono i bei momenti") e da un altro breve recitativo con Antonio e il Conte ("Io vi dico, signor, che Cherubino"). Ma quest'ordinamento delle scene ha sempre lasciato parecchie perplessità dal punto di vista della sequenza narrativa, e ha suggerito ad alcuni critici l'ipotesi che sia il frutto di rimaneggiamenti e alterazioni in fase di composizione dell'opera. Prima di parlarne in dettaglio, diamo un'occhiata ai due recitativi (entrambi non accompagnati da alcuna aria, e dunque non ne propongo videoclip).

Clicca qui per il testo del recitativo "Andiam, andiam, bel paggio".

BARBARINA
Andiam, andiam, bel paggio,
in casa mia tutte ritroverai
le più belle ragazze del castello.
Di tutte sarai tu certo il più bello.

CHERUBINO
Ah, se il Conte mi trova, misero me;
tu sai che partito ei mi crede per Siviglia.

BARBARINA
Oh ve' che maraviglia!
E se ti trova non sarà cosa nuova...
Odi... vogliamo vestirti come noi:
tutte insiem andrem poi
a presentar de' fiori a madamina;
fidati, o Cherubin, di Barbarina.
(partono)


Citata in precedenza tre o quattro volte, compare qui sul palco per la prima volta il personaggio di Barbarina (soprano), la giovane figlia di Antonio il giardiniere (e dunque cugina di Susanna), innamorata di Cherubino. Alcune produzioni, tuttavia, anticipano la sua presentazione inserendola già fra i contadini che cantano il coro "Giovani liete", nel primo atto. In questo recitativo scopriamo che fine ha fatto Cherubino dopo il suo salto dalla finestra della camera della Contessa. Barbarina e le altre contadine vogliono ora travestirlo (un'altra volta! ^^) da ragazza. Inizialmente Da Ponte aveva scritto anche il testo di una breve aria per Cherubino, evidentemente eliminata per motivi di durata (non esistono prove che Mozart ne abbia mai composto la musica, benché il testo appaia in una copia del libretto del 1786, vedi immagine qui a fianco).

Nel recitativo fra Antonio e il Conte, invece, il giardiniere rivela al padrone che per l'appunto Cherubino non si è mai allontanato dal castello e che sua figlia lo sta agghindando da donna. In questo modo Antonio vuole in qualche modo riscattarsi e dimostrare di aver avuto ragione, poche ore prima, quando aveva affermato di aver visto il paggio saltar fuori dalla finestra.

Clicca qui per il testo del recitativo "Io vi dico, signor".

ANTONIO
Io vi dico, signor, che Cherubino
è ancora nel castello,
e vedete per prova il suo cappello.

IL CONTE
Ma come, se a quest'ora
esser giunto a Siviglia egli dovria?

ANTONIO
Scusate, oggi Siviglia è a casa mia.
Là vestissi da donna, e là lasciati
ha gl'altri abiti suoi.

IL CONTE
Perfidi!

ANTONIO
Andiam, e li vedrete voi.


Questo recitativo apparentemente innocuo, però, è una delle fonti dei problemi che affliggono il terzo atto. Questa parte dell'opera è infatti quella in cui Lorenzo Da Ponte, nell'adattare la commedia di Beaumarchais, fu costretto ad allontanarsi maggiormente dal testo originale. La commedia dell'autore francese era divisa in cinque atti, il terzo dei quali consisteva quasi esclusivamente in una lunga scena con il processo di Figaro, che nell'opera è stata eliminata. Da Ponte ha di fatto unificato il terzo e il quarto atto di Beaumarchais in uno solo (il terzo dell'opera), e nel farlo ha tralasciato alcune spiegazioni. Una di queste riguarda la provenienza della borsa di denaro che Susanna reca al Conte per pagare il debito di Figaro, nel bel mezzo del sestetto. Nel libretto dell'opera non se ne fa menzione, mentre Beaumarchais spiegava che il denaro era stato dato a Susanna dalla Contessa. Ma quando le è stato consegnato? Evidentemente deve essere accaduto fra la scena III (quando Susanna si accommiata dal Conte, dopo il duetto "Crudel, perché finora") e la scena V (il sestetto). Questo è l'ordine dei brani nel libretto:

...Scene II/III
17. "Crudel, perché finora" (duetto)
Scena IV
18. "Vedrò mentr'io sospiro" (Conte)
Scene V/VI
19. "Riconosci in quest' amplesso" (sestetto)
Scena VII
"Andiam, andiam, bel paggio" (recitativo)
Scena VIII
20. "E Susanna non vien! – Dove sono" (Contessa)
Scena IX
"Io vi dico, signor" (recitativo)
Scena X
21. "Sull'aria – Che soave zeffiretto" (duetto)
...


Eppure, i conti non tornano. All'inizio del recitativo "E Susanna non vien!", che precede l'aria "Dove sono" (Scena VIII), la Contessa afferma infatti "Sono ansiosa di saper come il Conte accolse la proposta", riferendosi chiaramente all'offerta di Susanna di incontrare il padrone quella sera in giardino. Dunque Susanna non si è ancora recata dalla sua padrona a raccontarle l'esito del suo incontro con il Conte!

È inoltre quantomeno insolito costringere la Contessa a uscire di scena al termine della sua aria per proporre il breve recitativo fra il Conte e Antonio (Scena IX), e dopo pochi secondi farla rientrare per il duetto con Susanna (Scena X), che stavolta le racconta l'esito del processo e la rivelazione dei genitori di Figaro. Questa bizzarra successione di scene ha portato gli studiosi Robert Moberly e Christopher Raeburn (in un articolo, "Mozart's 'Figaro': the plan of the act III", pubblicato nell'aprile 1965 sulla rivista "Music & Letters") a ipotizzare che inizialmente l'ordine dei brani fosse diverso:

...Scene II/III
17. "Crudel, perché finora" (duetto)
Scena IV
18. "Vedrò mentr'io sospiro" (Conte)
Scena VII
"Andiam, andiam, bel paggio" (recitativo)
Scena VIII
20. "E Susanna non vien! – Dove sono" (Contessa)
Scene V/VI
19. "Riconosci in quest' amplesso" (sestetto)
Scena IX
"Io vi dico, signor" (recitativo)
Scena X
21. "Sull'aria – Che soave zeffiretto" (duetto)
...


Come si vede, spostando il processo e il relativo sestetto più avanti, si eliminerebbero molte contraddizioni. In questo modo si può immaginare che Susanna si rechi dalla Contessa subito dopo la scena VIII per informarla dell'esito delle sue trattative con il Conte; che nel frattempo cominci il processo (fuori scena, immediatamente prima del sestetto), e che Susanna giunga dunque – in leggero ritardo, e questo spiega la sua assenza durante la discussione della causa – con la borsa di denaro per riscattare la libertà di Figaro. Infine, dopo la rivelazione dei genitori di Figaro, la cameriera torna dalla padrona per informarla delle novità (Scena X).

Perché, secondo Moberly e Raeburn, l'ordine delle scene fu cambiato? La risposta sta nel fatto che, come già ricordato, nella prima rappresentazione alcuni ruoli erano interpretati da uno stesso attore. In particolare, il tenore Michael Kelly cantava le parti di Basilio e di Don Curzio, mentre il basso Francesco Bussani vestiva i panni sia di Bartolo sia di Antonio. Non sarebbe dunque stato possibile, per quest'ultimo, cambiarsi d'abito in tempo fra la conclusione del sestetto (dove Bartolo è in scena) e l'inizio del seguente recitativo fra Antonio e il Conte! Mozart e Da Ponte se ne resero conto e furono costretti a modificare la sequenza dei brani.

Questa teoria, a dire il vero, è stata in seguito un po' ridimensionata. L'edizione critica della partitura, infatti, respingerebbe l'ipotesi di un cambiamento successivo alla composizione dei brani da parte di Mozart. Fatto sta che comunque lo spostamento in avanti del sestetto rende molto più coerente la trama, e dunque non sono pochi gli allestimenti che vi fanno ricorso, compreso il film di Jean-Pierre Ponnelle del 1975, anche perché oggigiorno si ricorre naturalmente a due interpreti diversi per i ruoli di Bartolo e Antonio (cosa che consente fra l'altro di averli entrambi sulla scena nel finale del quarto atto, dove il libretto prevede il solo Antonio).