18 febbraio 2010

19. Sestetto: "Riconosci in questo amplesso"

Scritto da Christian

Questo magnifico sestetto, con il recitativo che lo precede, costituisce un momento chiave non solo del terzo atto, ma dell'intera opera. È un brano sublime, che nel giro di poche note passa dal registro comico al drammatico, dal buffo al sentimentale, senza risparmiare incredibili colpi di scena e rivoluzionando molti presupposti visti fin qui. Ma cominciamo dall'inizio...

Alla presenza del Conte viene finalmente discussa la causa di Marcellina, e il giudice Don Curzio (tenore buffo) sentenzia che Figaro, che non le ha restituito il denaro prestatogli, è obbligato a sposarla. Per il valletto sembra tutto perduto, anche se cerca di opporsi dichiarando di non avere il consenso dei propri genitori, che fra l'altro nemmeno conosce: è stato infatti rapito da bambino, e gli unici indizi sulle sue origini sono i vestiti che indossava e soprattutto un marchio (non è chiaro se un tatuaggio, una cicatrice o una voglia) sul braccio destro. A queste parole, Marcellina si rende conto che Figaro è il suo figlio da tempo perduto! Grande sorpresa da parte di tutti, che raddoppia quando Marcellina rivela che il padre non è altri che il dottor Bartolo: Figaro è infatti il frutto di una loro antica relazione, rimasta segreta a tutti. Incidentalmente, apprendiamo anche il vero nome di Figaro: Raffaello.

Qui termina il recitativo e comincia il sestetto. Mentre Figaro, Marcellina e Bartolo si abbracciano (è questo "l'amplesso" del testo!), il Conte schiuma di rabbia e Don Curzio non può che prendere atto della nuova situazione: ovviamente il matrimonio fra Figaro e Marcellina è ormai da escludersi. Ma non è finita: all'improvviso irrompe Susanna, con una borsa di denaro in mano (dove l'ha presa? gliel'ha data la Contessa, ma ne parleremo in seguito), intenzionata a pagare il debito di Figaro e a salvarlo dall'obbligo di sposare Marcellina. Ma di fronte al loro abbraccio, si convince che il fidanzato si sia già accordato con la rivale, e gli rifila un sonoro ceffone. Seguono comunque le spiegazioni, l'incredulità di Susanna ("Sua madre? – Suo padre?", che riflette lo stupore degli stessi spettatori di fronte all'implausibilità degli eventi a cui hanno appena assistito) si dissolve e il brano si chiude con la formazione di due "gruppi": Susanna, Figaro, Marcellina e Bartolo esprimono la propria gioia, mentre il Conte e Don Curzio manifestano sconcerto e delusione. La situazione è simile a quella del finale del secondo atto, anche se la divisione dei personaggi è diversa: Marcellina e Bartolo, che allora stavano dalla parte del Conte, da avversari diventano ora alleati di Figaro e Susanna. Al termine del sestetto i due addirittura decidono di regolarizzare la propria antica unione: le loro nozze verranno celebrate il giorno stesso, insieme a quelle di Figaro e Susanna, dinnanzi alle quali ormai non c'è più alcun ostacolo.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

DON CURZIO
È decisa la lite.
O pagarla, o sposarla. Ora ammutite.

MARCELLINA
Io respiro.

FIGARO
Ed io moro.

MARCELLINA
Alfin sposa io sarò d'un uom ch'adoro.

FIGARO
Eccellenza, m'appello!

IL CONTE
È giusta la sentenza.
O pagar, o sposar. Bravo, Don Curzio.

DON CURZIO
Bontà di sua Eccellenza.

BARTOLO
Che superba sentenza!

FIGARO
In che superba?

BARTOLO
Siam tutti vendicati.

FIGARO
Io non la sposerò!

BARTOLO
La sposerai.

DON CURZIO
O pagarla, o sposarla.
Lei t'ha prestati duemila pezzi duri.

FIGARO
Son gentiluomo,
e senza l'assenso de' miei nobili parenti...

IL CONTE
Dove sono? Chi sono?

FIGARO
Lasciate ancor cercarli!
Dopo dieci anni io spero di trovarli.

BARTOLO
Qualche bambin trovato?

FIGARO
No, perduto, dottor, anzi rubato.

IL CONTE
Come?

MARCELLINA
Cosa?

BARTOLO
La prova?

DON CURZIO
Il testimonio?

FIGARO
L'oro, le gemme e i ricamati panni,
che ne' più teneri anni
mi ritrovaro addosso i masnadieri,
sono gl'indizi veri di mia nascita illustre,
e sopra tutto
questo al mio braccio impresso geroglifico...

MARCELLINA
Una spatola impressa al braccio destro...

FIGARO
E a voi chi'l disse?

MARCELLINA
Oh Dio, è egli...

FIGARO
È ver son io.

DON CURZIO, IL CONTE e BARTOLO
Chi?

MARCELLINA
Raffaello.

BARTOLO
E i ladri ti rapir...

FIGARO
Presso un castello.

BARTOLO
(indica Marcellina)
Ecco tua madre.

FIGARO
Balia...

BARTOLO
No, tua madre.

IL CONTE e DON CURZIO
Sua madre!

FIGARO
Cosa sento!

MARCELLINA
(indica Bartolo)
Ecco tuo padre.

Clicca qui per il testo del brano.

MARCELLINA
(abbracciando Figaro)
Riconosci in questo amplesso
una madre, amato figlio!

FIGARO
(a Bartolo)
Padre mio, fate lo stesso,
non mi fate più arrossir.

BARTOLO
(abbracciando Figaro)
Resistenza la coscienza
far non lascia al tuo desir.

DON CURZIO
Ei suo padre, ella sua madre,
l'imeneo non può seguir.

IL CONTE
Son smarrito, son stordito,
meglio è assai di qua partir.

MARCELLINA e BARTOLO
Figlio amato!

FIGARO
Parenti amati!

(Il Conte vuol partire. Susanna entra con una borsa in mano.)

SUSANNA
Alto, alto, signor Conte,
mille doppie son qui pronte,
a pagar vengo per Figaro,
ed a porlo in libertà.

IL CONTE e DON CURZIO
Non sappiam com'è la cosa,
osservate un poco là!

SUSANNA
(si volge, e vede Figaro che abbraccia Marcellina)
Già d'accordo ei colla sposa;
giusti Dei, che infedeltà!
(vuol partire, Figaro la trattiene)
Lascia, iniquo!

FIGARO
(trattenendo Susanna)
No, t'arresta!
Senti, oh cara!

SUSANNA
(dà uno schiaffo a Figaro)
Senti questa!

MARCELLINA, BARTOLO e FIGARO
È un effetto di buon core,
tutto amore è quel che fa.

IL CONTE
Fremo, smanio dal furore,
il destino a me la fa.

DON CURZIO
Freme e smania dal furore,
il destino gliela fa.

SUSANNA
Fremo, smanio dal furore,
una vecchia a me la fa.

MARCELLINA
(corre ad abbracciar Susanna)
Lo sdegno calmate,
mia cara figliuola,
sua madre abbracciate
che or vostra sarà.

SUSANNA
Sua madre?

BARTOLO, IL CONTE, DON CURZIO e MARCELLINA
Sua madre!

SUSANNA
(a Figaro)
Tua madre?

FIGARO
E quello è mio padre
che a te lo dirà.

SUSANNA
Suo padre?

BARTOLO, IL CONTE, DON CURZIO e MARCELLINA
Suo padre!

SUSANNA
(a Figaro)
Tuo padre?

FIGARO
E quella è mia madre
che a te lo dirà.
(corrono tutti quattro ad abbracciarsi)

SUSANNA, MARCELLINA, BARTOLO e FIGARO
Al dolce contento
di questo momento,
quest'anima appena
resister or sa.

DON CURZIO ed IL CONTE
Al fiero tormento
di questo momento,
quell'/quest'anima appena
resister or sa.

(Il Conte e Don Curzio partono.)

Clicca qui per il testo del recitativo che segue il brano.

MARCELLINA
(a Bartolo)
Eccovi, o caro amico, il dolce frutto
dell'antico amor nostro.

BARTOLO
Or non parliamo di fatti sì rimoti.
Egli è mio figlio,
mia consorte voi siete;
e le nozze farem quando volete.

MARCELLINA
Oggi, e doppie saranno.
(dà il biglietto a Figaro)
Prendi, questo è il biglietto
del danar che a me devi, ed è tua dote.

SUSANNA
(gli getta la borsa coi danari)
Prendi ancor questa borsa.

BARTOLO
(fa lo stesso con un'altra borsa)
E questa ancora.

FIGARO
Bravi, gittate pur, ch'io piglio ognora.

SUSANNA
Voliamo ad informar d'ogni avventura
madama e nostro zio.
Chi al par di me contenta?

FIGARO, BARTOLO e MARCELLINA
Io!

SUSANNA, MARCELLINA, BARTOLO e FIGARO
E schiatti il signor Conte al gusto mio.


Alcune parole su Don Curzio, personaggio decisamente minore, che compare in quest'unica scena e si distingue per la forte balbuzie, soprattutto nel recitativo ma talvolta anche nella parte cantata (in maniera un po' fastidiosa, a dire il vero: Michael Kelly, il tenore che interpretò il ruolo per primo, scrisse nelle sue memorie che Mozart gli aveva chiesto di balbettare nei recitativi ma non durante il canto, temendo che rovinasse l'effetto della musica). Naturalmente la balbuzie serve a caratterizzarlo come una macchietta comica: un magistrato che balbetta non è altri che un giudice che amministra anche la giustizia in maniera non proprio limpida, spesso inchinandosi – come in questo caso – ai desideri del suo signore, il Conte. Nella prima rappresentazione, Kelly interpretava sia il ruolo di Don Curzio sia quello di Don Basilio, e questo spiega l'assenza del secondo personaggio (che avrebbe dovuto fungere da testimone) durante il processo: assenza giustificata, fra l'altro, dal fatto che il Conte – all'inizio del terzo atto – spiega di aver inviato il maestro di musica a Siviglia per verificare se Cherubino avesse effettivamente raggiunto il suo reggimento.



Susan McCulloch (Marcellina), Bryn Terfel (Figaro), Carlos Feller (Bartolo),
Francis Egerton (Don Curzio), Rodney Gilfry (Conte), Alison Hagley (Susanna)
dir: John Eliot Gardiner


Marie McLaughlin, Ildebrando D'Arcangelo,
Franz-Josef Selig, Oliver Ringelhahn,
Bo Skovhus, Anna Netrebko


Jane Berbié, Samuel Ramey,
Kurt Moll, Philip Langridge,
Thomas Allen, Lucia Popp


Sophie Pondjiclis, Luca Pisaroni,
Enrico Facini, Serge Goubioud,
Pietro Spagnoli, Rosemary Joshua

Marie McLaughlin, Lorenzo Regazzo,
Antonio Abete, Kobie van Rensburg,
Simon Keenlyside, Patrizia Ciofi


La scena del sestetto, con i suoi incredibili colpi di scena e le movimentate dinamiche fra i personaggi (gli stupori, lo schiaffo, gli abbracci), è forse la più divertente di tutta l'opera. Se ben inscenata, strappa grasse risate agli spettatori, come testimoniano esecuzioni nel quale è evidente la partecipazione del pubblico.